Piazza S. Niccolò ad Arezzo |
Nell'inverno 1984 nel corso di
lavori di risanamento di un edificio privato in Piazza S.Niccolò che hanno comportato
l'esecuzione di una profonda escavazione, è venuta in luce una poderosa struttura muraria
realizzata a secco con grandi blocchi di pietra irregolari ed una quantità abbondante di
materiale databile dal IV sec. ad età post rinascimentale. In base all'importanza dei resti la Soprintendenza Archeoligica della Toscana l'Amministrazione Comunale di Arezzo hanno concordato l'esecuzione di scavi sistematici, sotto la direzione della Dott.sa Paola Zamarchi Grassi. Si sono svolte 5 campagne di scavo tra il dicembre 1984 e il novembre 1987. La fase più antica è databile al VI sec. a.C: in base a frammenti di bucchero che possono far pensare ad una sporadica frequentazione della sommità di tale collina in Arezzo. In età ellenistica la zona è soggetta ad un vasto intervento urbanistico che comprende l'edificazione di una spessa cortina muraria che sembra cingere la sommità del rilievo. All'interno di tale struttura e probabilmente in prossimità di un accesso stradale viene costruito un edificio di pianta rettangolare orientato nell'asse maggiore NO/SE realizzato con grandi blocchi appena regolarizzati posti in opera a secco. La presenza di un'abbondante quantità di ceramica nei livelli d'uso di questa struttura fa propendere per una interpretazione culturale dell'edificio. Le stratificazioni successive, di età Imperiale (da cui provengono anfore e frammenti di terra sigillata vetri e spilli d'ossa) sono relative ad un primo intervento di spoliazione nel muro perimetrale SO. Le stratificazioni post-classiche sono leggibili almeno fino al XVII sec. A partire dai secoli centrali dell'alto medioevo sono evidenti vasti interventi di spoliazione dalle superstiti strutture etrusche. Il materiale proveniente da tali strati comprende esempi di ceramiche con colature brune o rossastre e numerosi frammenti di vetrine sparse (sparse glazed wave) con impasto arancio. A questo primo intervento succede un primo episodio costruttivo rappresentato da muretti a secco e da una vasca rettangolare in pietra legata con malta e rivestita in cocciopesto (abbeveratoio o lavatoio ). Al XIII sec. si deve far risalire la realizzazione di un pozzo attorno al quale, funzionale alla zona di utilizzo, è presente una massicciata permeabile di scaglie litiche e latenzi sulla quale sono accumulate numerose ceramiche alcune delle quali si sono frammentate sul posto, con la verosimile funzione di aumentare o ripristinare la capacità drenante del suolo. Il contesto oltre a ceramiche grezze prive di rivestimento, depurate e a vetrina sparsa contiene anche una moneta della Repubblica di Arezzo (XIII-XIVsec.). Contemporanea al pozzo o di poco precedente è una buca ampia contenente resti di ossa animali e ceramica. Assenti sono le tracce archeologiche relative al periodo che va dal XIV al XVI sec. al cui scorcio è databile la costruzione degli edifici abbattuti dalla guerra e l'impianto di un pozzo nero sulla verticale della fossa di rifiuti medievale. Dal riempimento di quest'ultimo provengono maioliche post medievali riferibili al XVII e XVIII sec. e l'elsa di un pugnale seicentesca.
TRATTO DA: NOTIZIARIO DI ARCHEOLOGIA MEDIEVALE Settembre 1998 A.Vanni Desideri p.20 a cura di Hermann Salvadori SCAVI ARCHEOLOGICI IN P.ZA SAN NICCOLO' AD AREZZO |